All’evento dedicato all’artista l’Under 15 del Perugia calcio in ritiro precampionato
“Alberto era un tifosissimo, quasi un Ultras”. È questo il Burri che non ti aspetti e che è, invece, emerso dai ricordi di Ilario Castagner in occasione dell’evento dedicato appunto al grande artista tifernate, organizzato venerdì 19 agosto nell’oratorio di San Crescentino, a Morra di Città di Castello, dalla cooperativa Group Tevere servizi nell’ambito del progetto ‘Cultura in goal’.
Davanti ai giovani e curiosi calciatori della formazione Under 15 serie A e B del Perugia calcio, in ritiro precampionato proprio nella località altotiberina, l’ex allenatore della ‘squadra dei miracoli’ ha snocciolato aneddoti sulla grande passione di Burri per il calcio e per i grifoni in particolare.
“Era sempre con noi – ha raccontato Castagner –, anche in ritiro, tant’è che, a un certo punto, poteva sembrare un dirigente della società. Insieme anche a Silvano Ramaccioni e Franco D’Attoma parlavamo dei giocatori che avrebbero dovuto scendere in campo e analizzavamo le squadre avversarie”. “Nella stagione dell’imbattibilità – ha proseguito il ‘Mister’ –, quando vincemmo a Bergamo contro l’Atalanta, riuscendo il Perugia per la prima volta nella storia a conquistare il primo posto in solitaria nella classifica di serie A, Alberto non stava più nella pelle e volle regalare a ogni giocatore una copia di una sua opera in cui era raffigurato un occhio di grifo.
I nostri rapporti proseguirono anche in seguito, quando lui si trasferì a Nizza per motivi di salute e io gli inviavo le videocassette con le partite del Perugia, cosa di cui lui era molto felice”. Ad accompagnare Castagner nel racconto, alla scoperta del lato meno conosciuto dell’artista, anche Giuseppe e Giacomo Fortuni, figli di Tito Fortuni, autore del libro ‘Alberto Burri, un’amicizia’, presentato in questa occasione.
“Mio padre è stato un grande amico di Burri – ha spiegato Giacomo Fortuni – e da giovani militarono nella stessa squadra di calcio. Burri, tra l’altro, era un bravissimo attaccante. Sono diventati, poi, tifosi sfegatati del Perugia fino alla fine dei loro giorni”. “Una sera – ha aggiunto Giacomo Fortuni – il pittore portò i giocatori del Perugia nella sua casa di Città di Castello. Dopo cena, voleva avere la pretesa di insegnare a Speggiorin, grande attaccante della squadra dei miracoli, come si tirassero i rigori. Fece, invece, un movimento sbagliato rischiando di cadere in maniera rovinosa ma Della Martira, centrale difensivo del Perugia, lo riprese al volo salvandolo”.
Con questa iniziativa, a cui sono intervenuti anche Catia Cecchetti, consigliere della Fondazione palazzo Albizzini collezione Burri, Letizia Guerri di Group Tevere servizi, Michele Bettarelli, vicesindaco di Città di Castello, Mauro Lucarini, direttore generale del Perugia calcio e altri dirigenti della società sportiva, Cultura in goal si avvia alla sua fase conclusiva dopo aver coinvolto tutte le formazioni giovanili del Perugia calcio in quattro diversi territori.
“La finalità – ha detto Guerri – era quella di riuscire a comunicare il grande patrimonio artistico e paesaggistico della nostra regione attraverso lo sport. In ogni visita alla scoperta dei vari territori ho notato grande interesse nei ragazzi, siamo perciò riusciti anche ad ‘allenare’ le loro coscienze alla bellezza dell’Umbria”. “Crediamo in questo progetto – ha commentato Bettarelli – che unisce sport e cultura.
La prossima settimana i ragazzi si alleneranno a Città di Castello e già sono in programma escursioni per far conoscere loro la nostra bella terra”. “È veramente piacevole – ha concluso Lucarini – ascoltare i nostri ragazzi così entusiasti di questa esperienza. Hanno riscoperto dei valori che oggi non è facile trovare. Ci auguriamo perciò che questa iniziativa possa ripetersi”.